Bilanci agricoli del fosforo
Senza fosforo non c’è produzione agricola
Il fosforo (P), come l’azoto e il potassio, è uno dei principali nutrienti delle piante. Un buon approvvigionamento dei suoli con fosforo in una forma fruibile per le piante è pertanto un presupposto importante per ottenere raccolti di qualità ineccepibile. Oggi la maggior parte dei suoli svizzeri presenta un buon approvvigionamento di fosforo e, in alcuni casi, addirittura delle eccedenze. Tale situazione è riconducibile non solo ai concimi minerali importati, ma anche alla densità di animali da reddito, relativamente elevata, e all’importazione, a questa connessa, di alimenti per animali. Un apporto eccessivo di fosforo è indesiderato per i seguenti motivi.
Inquinamento delle acque: se il tenore del fosforo presente nel suolo aumenta, cresce anche il rischio che esso finisca nelle acque e causi problemi ambientali. Nei laghi e nei mari il fosforo è spesso il fattore limitante, ossia la sostanza nutritiva che influisce sulla crescita delle alghe; maggiori immissioni di fosforo nelle acque ne determinano la proliferazione. Il materiale vegetale morto viene decomposto da batteri consumando ossigeno, ragion per cui in un corso d’acqua ricco di sostanze nutritive, nelle acque profonde la riserva di ossigeno si esaurisce, lo spazio vitale per gli esseri viventi superiori si riduce e i pesci muoiono.
Riserve di fosfato grezzo limitate: i concimi fosforici minerali sono ottenuti principalmente da fosfato grezzo non rinnovabile. Si calcola che le scorte basteranno soltanto per poche centinaia di anni.
Sostanze nocive nel fosfato grezzo: i fosfati grezzi naturali contengono sostanze nocive quali cadmio o uranio. Nella produzione dei concimi minerali una parte di queste giunge nel prodotto finito. Lo spandimento regolare di concimi fosforici minerali sui campi può determinare un arricchimento di tali sostanze nocive nei suoli svizzeri. Nel nostro Paese la metà circa delle immissioni totali di cadmio nei terreni è causata dai concimi minerali. Anche lo sfruttamento dei giacimenti di fosfato grezzo causa problemi ambientali tuttora irrisolti. I residui si accumulano in stagni fangosi, dando origine a grandi discariche di fosfogesso, che spesso presentano un carico di uranio radioattivo.
Bilancio del fosforo a livello nazionale
L’evoluzione del bilancio del fosforo nell’agricoltura nel corso degli anni viene analizzata mediante il bilancio a livello aziendale secondo il metodo OSPAR (Commissione Oslo-Parigi per la protezione del Mare del Nord e dell’Atlantico nordorientale). Questo metodo considera l’intero settore agricolo svizzero come un’unica azienda. Tra gli input si annoverano gli alimenti importati per animali, i concimi minerali e quelli ottenuti dal riciclaggio (p.es. compost), le sementi importate e i depositi provenienti dall’atmosfera. L’output, ovvero il quantitativo di fosforo sottratto al suolo, si riscontra nelle derrate alimentari di origine vegetale e animale nonché in altri prodotti (p.es. farine di ossi) del primario.
Dalla figura seguente e dai calcoli dei bilanci storici si evince che il bilancio del fosforo è aumentato nel corso dei decenni, raggiungendo nel 1980 il picco, rispetto alla superficie agricola utile (SAU), di 27 kg/ha. Successivamente, e ancora di più con l’introduzione, avvenuta nel 1993, dei pagamenti diretti ecologici, che prevedono condizioni specifiche per il bilancio aziendale delle sostanze nutritive, le eccedenze di fosforo sono diminuite in maniera considerevole, raggiungendo nel 2000 un livello di 7 kg/ha. Negli anni successivi sono rimaste costanti e nel 2016 hanno registrato un calo ulteriore, attestandosi a 6 kg P/ha. Se nel corso dei decenni l’output totale è incrementato lentamente ma costantemente, tra il 1980 e il 2016 l’input è più che dimezzato. Ciò è riconducibile principalmente alle due fonti di apporto più significative, i concimi minerali e gli alimenti importati per animali che hanno registrato un netto calo fino agli anni ’90. Mentre dopo il 2000 i quantitativi di fosforo nei concimi minerali sono diminuiti leggermente, nell’importazione di alimenti per animali si è riscontrata una tendenza inversa, nel 2016, nel raddoppio del quantitativo di fosforo tanto da riportarlo al livello da primato assoluto della fine degli anni ’70. I concimi ottenuti dal riciclaggio e gli altri concimi sono diminuiti negli ultimi vent’anni soprattutto a seguito del divieto di spandimento sui suoli agricoli di fanghi provenienti dagli impianti di depurazione.
L’efficienza del fosforo è il rapporto tra l’output e l’input di questa sostanza; tra gli anni 1990/92 e 2014/16 è aumentata dal 23 al 61 %. La Politica agricola 2014 – 2017 prevedeva, entro il 2017, un incremento dell’efficienza del fosforo al 68 % e una riduzione delle eccedenze annuali a 4000 tonnellate.
Negli ultimi decenni sono stati immessi nelle acque annualmente circa 1 – 2 kg P/ha tramite il convogliamento, l’erosione e il dilavamento. Siccome queste perdite sono considerate nel bilancio delle sostanze nutritive, si può stimare il quantitativo di fosforo che si accumula nel suolo; tra il 1975 e il 2016 l’arricchimento ammonterebbe a oltre 500 kg P/ha. Questo quantitativo sarebbe teoricamente sufficiente per coprire l’output riconducibile all’agricoltura per diversi decenni.
In base alle stime effettuate da Agroscope a metà del secolo scorso, si può ipotizzare che tra il 1920 e il 1940 i suoli si siano arricchiti annualmente di circa 10 kg P/ha e nel 1955 di circa 15 kg P/ha.
Stagnazione dell’efficienza del fosforo
Perché le eccedenze del bilancio del fosforo non diminuiscono ulteriormente? Da un’analisi di Agroscope emerge che l’attuale normativa nell’ambito della PER in materia di bilancio equilibrato delle sostanze nutritive (metodo «Suisse-Bilanz») non garantisce un bilancio equilibrato del fosforo. Ciò può essere riconducibile al fatto che Suisse-Bilanz prevede un limite di tolleranza del 10 % il quale, se sistematicamente applicato, genera un’eccedenza di 2 kg P/ha. Non si sa in che misura si sfrutti tale limite di tolleranza, ma diverse analisi rivelano che nelle regioni con grandi effettivi di animali numerosi agricoltori lo esauriscono. Nel quadro del controllo del foraggio grezzo vige una tolleranza del 5 %; inoltre si può detrarre il 5 % per perdite di stoccaggio e di foraggiamento. Le superfici inerbite costituiscono il 70 % della SAU. Se la resa (e conseguentemente il fabbisogno di fosforo) viene aumentata del 10 %, l’eccedenza sale di 1,5 kg P/ha. Inoltre, nell’ambito del controllo del foraggio grezzo si presuppone un consumo ottimale da parte degli animali, che in realtà spesso non viene raggiunto; anche in questo caso si presuppone un’eccedenza supplementare di circa 1,5 kg P/ha. Un ulteriore fattore è il sale minerale che l’agricoltore somministra ai suoi animali senza l’obbligo di indicarlo in Suisse-Bilanz. In Suisse-Bilanz manca l’incentivo a ridurre le eccedenze al livello sopportabile dagli ecosistemi.
Bilancio del fosforo a livello aziendale
Il bilancio del fosforo nelle aziende dell’Analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-IAA) si calcola applicando il metodo OCSE, che consiste in un bilancio in funzione della superficie del suolo. I dati disponibili non hanno permesso di calcolare il bilancio franco azienda. Nel bilancio OCSE l’input comprende il quantitativo totale di fosforo che nel quadro della produzione vegetale giunge nel suolo (concimi aziendali, minerali e ottenuti dal riciclaggio nonché depositi provenienti dall’aria). L’output comprende tutti i prodotti della campicoltura e della foraggicoltura che sono sottratti dal campo durante il raccolto.
Nel 2016 l’input totale sulla superficie agricola utile è ammontato in media a 25 kg P/ha, laddove i quantitativi di concimi aziendali rappresentano una quota dell’80 % (cfr. figura seguente). L’80 % circa dell’output è da ascrivere ai prodotti della foraggicoltura. Nella media di tutte le aziende il bilancio del fosforo è risultato equilibrato (0 kg P/ha). Secondo il bilancio OSPAR franco azienda, l’eccedenza a livello svizzero è invece di 6 kg P/ha. Ancora oggi i motivi di questo scarto non possono essere spiegati in maniera esaustiva. Date le differenze di metodo, tuttavia, non è possibile confrontare direttamente i risultati del bilancio del fosforo OSPAR con quello OCSE. Il metodo applicato non consente di comprovare né una quantità di fosforo superiore alla media nei concimi aziendali a causa di un apporto troppo elevato di sostanze minerali attraverso il foraggio né una resa dei prati sopravvalutata. Gli errori di registrazione nella rete aziendale, frequenti ancora oggi, dovrebbero poter essere ridotti ulteriormente nel corso degli anni.
Mentre il bilancio del fosforo è risultato praticamente equilibrato in tutte le regioni (cfr. figura seguente), maggiori differenze sono emerse in relazione all’input e all’output di fosforo. Nella regione di pianura e in quella collinare l’input (risp. 24 e 27 kg P/ha) e l’output di fosforo (risp. 25 e 28 kg kg P/ha), espressi in mediani, hanno segnato valori praticamente uguali. Le aziende di montagna, invece, hanno prodotto in maniera decisamente meno intensiva, a causa del periodo di vegetazione più breve e di un livello di resa più basso. Di conseguenza l’input e l’output sono ammontati rispettivamente soltanto a 16 e 17 kg P/ha. Il bilancio è risultato pressoché equilibrato nelle tre regioni.
Dall’analisi per tipo di azienda sono talvolta emerse differenze considerevoli. Per l’input di fosforo il mediano si situa a 15 – 28 kg P/ha, per l’output a 17 – 27 kg P/ha (cfr. figura seguente). Valori bassi sono stati registrati soprattutto per il tipo di azienda «Colture speciali», mentre nelle aziende combinate si è osservato spesso un livello elevato. Il bilancio del fosforo è risultato invece decisamente ridotto e con poche variazioni.
Tra il 2009 e il 2016 non è stata rilevata alcuna variazione del bilancio nella media di tutte le aziende. Ciò coincide con l’andamento temporale a livello nazionale (cfr. prima figura).
Ernst Spiess, Agroscope
Michael Zimmermann, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, michael.zimmermann@blw.admin.ch
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